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Un genitore può imporre unilateralmente una dieta vegana al figlio minore?

Un genitore può imporre unilateralmente una dieta vegana al figlio minore?
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A risponderci, è il Tribunale di Roma, che attraverso l’ordinanza 18840, chiamato a pronunciarsi perché una madre aveva imposto una dieta vegana al figlio minore.

Nel caso in questione, la madre senza il consenso paterno, decideva di seguire una dieta vegana insieme alla figlia minore, con l’imposizione di tale regime anche sui pasti presso la mensa scolastica. Questa scelta oltre che aver compromesso la crescita della figlia (come riportato dai certificati medici, depositati in giudizio dal padre) ha comportato dei risvolti negativi nel suo aspetto psicologico. La bimba infatti, essendo costretta a mangiare cibi diversi dai compagni, ha subito un’emarginazione nell’ambito scolastico/relazionale. Il padre in totale disaccordo con la decisione materna, alla luce dell’effettivo pregiudizio della salute fisica e psichica della figlia, ha presentato ricorso ex art 709 ter c.p.c, richiedendo al giudice che venisse ripristinato un regime alimentare vario ed equilibrato in favore della bambina.

 Che cosa accade quando i genitori sono in disaccordo sulle decisioni di maggiore interesse per i figli?

La norma di riferimento è l’art 337-ter cc, la quale stabilisce che in regime di affidamento condiviso, la responsabilità genitoriale è esercitata da entrambi i genitori. Ciò significa che quest’ultimi dovranno congiuntamente prendere decisioni in merito agli aspetti di maggior interesse per il minore, tra i quali l’educazione, l’istruzione e, in questa fattispecie, la scelta del regime alimentare.

Qualora la madre e il padre non riescano a trovare tra loro un accordo, è necessario l’intervento del giudice, a cui andrà rimessa la decisione per garantire la massima tutela dei minori. Si evidenzia inoltre che il comportamento ostativo di uno dei due genitori in relazione alle condizioni dettate, verrà valutato negativamente dal giudice ai fini di una modifica delle modalità di affidamento.

La decisione del Tribunale di Roma sulla dieta vegana al figlio minore

 “In caso di dissenso, il Collegio deve optare per la scelta che essendo conforme alla normalità statistica è quella che maggiormente garantisce il benessere del minore. Per quanto esposto deve esser previsto che la minore segua una dieta priva di restrizioni alimentari, disponendo che l’istituto scolastico faccia adottare alla minore, come richiesto dal padre, la dieta che è ordinariamente adottata per altri gli alunni.”

     Dieta vegana al figlio minore

Il Tribunale Romano ha fondato la sua decisione sulle condotte generali, normalmente tenute dai genitori, nella cura ed educazione dei figli. Il Collegio rimanda inoltre al regime alimentare normalmente seguito dalle istituzioni scolastiche, che prevede l’introduzione nella dieta di qualunque alimento senza restrizioni.

Ciò fa dedurre che sia il Ministero della Salute, sia quello della Pubblica Istruzione, abbiano ritenuto che una dieta onnivora favorisca una corretta crescita, scongiurando i rischi di pregiudizio fisico e psichico del minore. Pertanto il Tribunale ha deciso che la bimba seguirà un’alimentazione priva di restrizioni, garantendole così buona salute e serenità nell’ambito di condivisione del pasto scolastico insieme ai suoi compagni.

Questo per ricordare che l’aspetto fondamentale nel rapporto genitori-figli sia il rispetto dell’interesse supremo del minore, che non deve mai essere leso e compromesso dalle decisioni di uno, o di entrambi i genitori. In caso di contrasto su aspetti di maggior interesse per i figli, tra i quali l’educazione, l’istruzione oppure, come in questa fattispecie, la scelta del regime alimentare clicca SUBITO in alto sul nostro motore di ricerca e contatta un AVVOCATO MATRIMONIALISTA nella TUA città!