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Moglie trovata in casa legata e bendata: il marito chiede la separazione con addebito.

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Pochi mesi fa, presso la cancelleria del Tribunale di Milano, è stato depositato un bizzarro ricorso per separazione.

Ricorrente un facoltoso libero professionista in pensione, che ha chiesto la separazione con addebito alla moglie  insieme all’affidamento esclusivo dei figli ancora minorenni.

La vicenda avrebbe suscitato un certo clamore per  due  curiosi motivi.

La moglie sarebbe una stimata avvocatessa milanese, dalle generalità secretate (OMISSIS).

L’evento scatenante la separazione, invece,  un gioco erotico finito male.

Il tragicomico accadimento avrebbe avuto luogo in una villetta appena fuori Milano.

Il sig. (OMISSIS), rincasato dopo il lavoro, avrebbe trovato la moglie, sig.ra (OMISSIS),  legata a una sedia, nuda e bendata. Sic!

Chiamati i primi soccorsi, sarebbero iniziati i sospetti:  nessun segno di effrazione riscontrato o tantomeno tracce di furto.

Nei giorni seguenti, la deposizione della donna, incalzata dagli inquirenti poco persuasi dall’idea di un apparente tentativo di rapina.

L’avvocatessa sarebbe  miseramente crollata,  confessando di aver  invitato fra le mura domestiche un uomo conosciuto su Sadoo.it un sito dedicato ad amanti delle pratiche bondage e sadomaso (“Madame Jenaveve” , il di lei profilo ora rimosso, NdR).

Il compagno di “giochi”, il Mister Grey della situazione, dopo averla legata con grande maestria, probabilmente sentendo il rumore del motore dell’auto del marito sarebbe fuggito preso dal panico.

Chiusa la pratica penale  ha preso l’avvio la pratica di separazione con addebito ex art. 151, II comma, c.c  , intentata dal marito, comprensibilmente  sconvolto.

Nel caso specifico, infatti, non solo è ravvisabile un tradimento “virtuale” o “platonico”, che pure avrebbe rilevanza in materia di addebito della separazione.

Secondo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, infatti,  “in tema di addebito della separazione, la relazione di un coniuge con estranei rende addebitabile la separazione a quest’ultimo, non solo quando si sostanzia  in un adulterio vero e proprio e, quindi, con l’inizio di una relazione, ma …” “…anche quando, in considerazione degli aspetti esteriori con cui è coltivata e dell’ambiente in cui i coniugi vivono, dia luogo a plausibili sospetti di infedeltà e comporti offesa alla dignità e all’onore dell’altro coniuge” – n. 8929 del 12 aprile 2013.

In questo caso l’adulterio sarebbe stato consumato con l’invito a casa dell amante  e lo svolgimento di pratiche erotiche non convenzionali.

Come si suol dire “il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi”.

La donna, due matrimoni alle spalle, sarebbe  sfuggita a qualunque tipo di controllo da parte del marito, poiche sul sito in questione è l’anonimato a farla da.. “padrone” verrebbe da dire. Nessuna richiesta di autenticazione mediante Facebook, come Tinder et similia, nessun obbligo di foto profilo con il proprio viso.

Ma ciò non sarebbe bastato alla moglie fedifraga per occultare le colpevoli intenzioni.

Casi simili sono ormai all’ordine del giorno nelle aule di Tribunale. E’ sufficiente lasciare aperto il proprio profilo Facebook per mandare in ceneri molti matrimoni!

Leggi anche l’articolo: Separazione e Tecnologia: la scoperta del tradimento digitale.