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L’amante lo lascia, lui tappezza la città di manifesti offensivi. Arrestato.

Monza - Tappezza la città di manifesti offensivi per l'ex amante
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Siamo nella provincia di Monza e Brianza, dove un uomo sposato, accusato fra l’altro di stalking nei confronti della ex amante, ha messo in atto una pratica vendicativa e offensiva nei confronti della stessa amante che lo aveva lasciato.

Come, purtroppo, spesso succede, un uomo intraprende una relazione extraconiugale. L’amante decide però di mettere fine a quella relazione, con buona pace del marito fedifrago.

Ma lui di chiudere quella storia proprio non se la sente, e decide di farla pagare alla sua ex amante nel modo peggiore possibile.

Inizia infatti a perseguitarla, rendendole la vita insopportabile.

I comportamenti dell’uomo sono insensati e criminali: oltre alle tipiche minacce e violenze psicologiche fra cui offese in pubblico, l’uomo arriva a tappezzare di manifesti con scritte ingiuriose la città di Lazzate, in provincia di Monza e Brianza, dove risiede l’ex amante. In un episodio arriva a rompere i vetri dell’autovettura dell’ex amante con delle biglie in acciaio.

Le due condotte sono già singolarmente rilevanti a livello penale.

Attaccare manifesti con frasi ingiuriose e offensive nei confronti dell’ex integra il “reato di diffamazione a mezzo stampa”, quindi un’ipotesi aggravata del reato di diffamazione in quanto l’offesa stampata su carta e appesa per la città e quindi potenzialmente raggiunge un numero più alto di persone causando un danno maggiore: per questa ipotesi di reato si rischia la pena della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa di un importo non inferiore a €.516,00.

Invece, rompere i vetri di un autovettura privata – nella fattispecie l’uomo aveva rotto l’autovettura dell’ex amante – costituisce il “reato di danneggiamento” che viene punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a € 309,00.

Entrambe le condotte possono rientrare nel – e caratterizzare il – reato di stalking se rivolte contro la stessa persona e nell’ottica di generare nella persona offesa un stato di ansia e paura per la propria incolumità o per quella di una persona cara.

Tutte queste ipotesi di reato sono perseguibili a querela della persona offesa e, ovviamente e sensatamente l’ex amante sporge querela, così che nel giro di breve tempo l’uomo viene identificato e fermato.

La Procura di Monza negli atti di indagine lo definisce come «disturbato e incapace di darsi un freno» – probabilmente anche sulla base dei molti manifesti offensivi che l’uomo aveva appeso in giro per la cittadina – e per questo motivo decide di richiedere la misura cautelare più stringente, ossia la custodia in carcere.

Il GIP di Monza Pierangela Renda invece decide di applicargli una misura diversa: gli arresti domiciliari, nella dimora coniugale casa con la moglie.

 

Luca B. Marsiglia
Studio Legale Marsiglia
Avvocato stabilito c/o l’Ordine degli Avvocati di Milano
Specializzazione: avvocato penalista di famiglia
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