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La responsabilità della società sportiva per il fatto commesso dal bambino aggressivo

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La responsabilità della società sportiva per il fatto commesso dal bambino aggressivo

La madre di un bambino di 8 anni ha convenuto dinanzi al Tribunale di Savona una Società Sportiva perché il figlio, giocatore di calcio, era stato spinto alle spalle da un altro bambino e, cadendo a terra, aveva riportato la rottura degli incisivi centrali superiori.

Come mai la madre del bambino ha chiamato in causa la società sportiva e non il bambino aggressivo?

Nella fattispecie, l’aggressione del bambino da parte del coetaneo era avvenuta al campo sportivo dove si radunavano i bambini in vista della partita di calcio.

La madre aveva affidato il figlio all’allenatore della squadra e al dirigente accompagnatore della società; si era poi allontanata per concertare insieme agli altri genitori le modalità di accompagnamento dei bambini in trasferta contro un’altra squadra.

Secondo la madre, dunque, il bambino era stato affidato all’allenatore della squadra di calcio ed era conseguentemente responsabilità dell’allenatore di calcio e della società sportiva il fatto commesso dal bambino aggressivo nei confronti di suo figlio.

Secondo la società sportiva, invece, il bambino non era stato affidato alla società sportiva, poiché i genitori erano presenti al raduno.

L’affidamento alla società sportiva sarebbe invece avvenuto in un secondo tempo, una volta giunti al campo sportivo avversario. Inoltre, l’evento lesivo commesso dal bambino aggressivo era avvenuto negli spazi esterni al campo di calcio.

Il Tribunale ha respinto la domanda della madre poiché non risultava provato l’affidamento agli incaricati della Società del bambino aggressivo che aveva fatto cadere il figlio della donna.

Come mai non risultava provato l’affidamento dei bambini alla società sportiva?

L’affidamento dei bambini alla società non poteva presumersi, posto che al momento dell’aggressione era pacifica la presenza anche dei genitori, i quali, come di consueto, avrebbero accompagnato i figli al campo degli avversari.

In sostanza, la madre non era riuscita a dimostrare l’affidamento del bambino all’allenatore e ai dirigenti della squadra, e quindi la conseguente responsabilità della società sportiva.

Ma la madre del bambino ha deciso di impugnare la sentenza dinanzi alla Corte d’Appello di Genova: secondo la donna, il bambino aggressivo aveva causato i danni a suo figlio, sotto la responsabilità della società sportiva nelle persone dei suoi dirigenti.

In particolare, la donna sosteneva che l’affidamento dei bambini alla Società sussisteva poichè il raduno dei bambini era stato organizzato dalla Società Sportiva in vista della trasferta contro l’altra squadra e, fra l’altro, perché al momento del sinistro i bambini non erano più con i genitori ma “per conto loro”, quindi l’obbligo di vigilanza gravava sui soggetti incaricati dalla Società.

La Corte, invece, con la sentenza in data 21-09-2005, ha deciso sulla base dei documenti e dalle testimonianze, che la domanda di risarcimento danni nei confronti della società sportiva non poteva avere luogo.

Secondo i Giudici d’Appello, non poteva dirsi provato l’affidamento dei bambini alla società sportiva, poiché gli incaricati della Società dovevano solo accertare i nomi dei bambini presenti, mentre il trasporto sarebbe stato operato dai genitori stessi.

Qualora vengano causati danni da figli violenti o in generale da bambini aggressivi, è bene riflettere sul tipo di azione da intraprendere. E’ senz’altro consigliabile il consulto con un avvocato matrimonialista, che possa avere contezza del diritto minorile, al fine di capire quale sia il percorso giurisdizionale corretto nel proprio caso.

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