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Come non pagare l’assegno di mantenimento al coniuge

Come non pagare l’assegno di mantenimento al coniuge
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E’ noto che nelle separazioni uno degli argomenti più spinosi sia quello del mantenimento. Spesso, la parte che magari ha pure dovuto subire la decisione del partner di separarsi, pensa in tutti i modi come non pagare l’assegno di mantenimento al coniuge. Vediamo se davvero è possibile e come si fa.

L’obbligo di pagare il mantenimento al coniuge più bisognoso deriva dall’articolo 156 del Codice Civile. Questo articolo prevede che: “Il giudice, pronunziando la separazione, stabilisce a vantaggio del coniuge cui non sia addebitabile la separazione il diritto di ricevere dall’altro coniuge quanto è necessario al suo mantenimento, qualora egli non abbia adeguati redditi propri.” Emerge subito un primo possibile motivo per non pagare il mantenimento al coniuge. L’addebito.

Come non pagare l’assegno di mantenimento al coniuge – L’addebito della separazione.

Cos’è l’addebito?L’addebito è la pronuncia del Tribunale sulla responsabilità circa la intollerabilità della prosecuzione della convivenza. In pratica, il Giudice, su istanza di parte, può accertare e dichiarare a chi sia imputabile la rottura del menage familiare.

Come non pagare l’assegno di mantenimento al coniuge - L’addebito della separazione

Come non pagare l’assegno di mantenimento al coniuge – L’addebito della separazione

La dichiarazione di addebito comporta la perdita del diritto al mantenimento, come pure la perdita dei diritti ereditari. Viene fatto salvo solo il diritto agli alimenti ex art. 433 c.c., ovverosia il diritto a percepire un minimo importo solo per la propria sopravvivenza. La differenza fra assegno di mantenimento e assegno alimentare sta che nel primo caso l’assegno dovrà essere parametrato al tenore di vita, mentre nel secondo caso gli alimenti sono dovuti solo a chi si trovi in stato di bisogno.

Attenzione: in tema di separazione legale dei coniugi, la pronuncia di addebito nei confronti di uno di essi necessita non soltanto del riscontro di un suo comportamento contrario ai doveri nascenti dal matrimonio. Bisognerà dimostrare anche il nesso di causalità fra la violazione dei doveri matrimoniali e la intollerabilità della prosecuzione della convivenza.

Come non pagare l’assegno di mantenimento al coniuge – Il fatto nuovo

Un importante fattore da tenere a mente quando ci si chiede come non pagare il mantenimento al coniuge è il cosiddetto fatto nuovo. Il fatto nuovo è una circostanza sopravvenuta, che può determinare o la riduzione oppure la revoca del mantenimento del coniuge. Ad esempio una sopravvenuta diminuzione dei propri redditi, oppure l’insorgenza di un debito oppure ancora un licenziamento. Anche la nascita di un figlio può essere considerato fatto nuovo.

Tutti questi elementi possono essere posti alla base di un ricorso per modifica delle condizioni di separazione ex art. 710 c.p.c. e dovranno essere considerati dal Giudice ai fini della pronuncia. Recentemente, la Corte di Cassazione ha sancito che, se il coniuge separato convive, non ha più diritto al mantenimento. (Cass. civ. Sez. VI – 1 Ordinanza, 09/09/2015, n. 17856).

Come non pagare l’assegno di mantenimento al coniuge - Fatto nuovo

Come non pagare l’assegno di mantenimento al coniuge – Fatto nuovo

Come mai?

Secondo i Supremi Giudici, la convivenza more uxorio della moglie con un altro uomo da luogo alla formazione di una famiglia. Il tutto, ovviamente, se caratterizzata da stabilità, continuità e regolarità. Questo elemento rescinde ogni connessione con il tenore ed il modello di vita caratterizzanti la pregressa fase di convivenza matrimoniale e, pertanto, fa venire definitivamente meno ogni presupposto per la riconoscibilità a suo favore dell’assegno di separazione.

Questi sono solo alcuni dei fatti nuovi che possono essere alla base di una richiesta al giudice per non pagare il mantenimento al coniuge. Per valutare altri possibili scenari è fondamentale essere assistiti da un avvocato matrimonialista che sappia come consigliarvi nella delicata fase della separazione, anche al fine di valutare se intraprendere o meno un’azione giurisdizionale per chiedere la modifica dei provvedimenti già emessi.

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